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Aiutare a ricostruire Beirut e il Libano

10/08/2020 - Le devastanti esplosioni che hanno colpito Beirut la scorsa settimana hanno provocato la morte e il ferimento di numerose persone, distrutto parti importanti della città e privato di mezzi di sostentamento molti dei suoi abitanti. La comunità internazionale, con l'Unione europea e i suoi Stati membri in prima fila, ha reagito rapidamente per alleviare gli enormi danni e le sofferenze subite dalla città di Beirut. Tuttavia, come spesso accade quando si verificano tali catastrofi, i compiti più importanti e difficili sono quelli futuri: migliaia di cittadini libanesi chiedono infatti a gran voce che si affrontino finalmente i più radicati problemi che affliggono il paese. In nome della sua lunga amicizia col Libano, l'UE sarà a fianco dei libanesi nei loro sforzi per costruire un Libano più prospero e democratico. Lo dobbiamo alle vittime del 4 agosto.

"Mi congratulo con i manifestanti che invocano un Libano più prospero e democratico".

Una terribile tragedia

Tutti noi, dopo aver visto quanto accaduto a Beirut, siamo profondamente sconvolti e solidali con le popolazioni colpite da questa terribile tragedia: 159 vittime, dozzine di dispersi, migliaia di feriti, interi quartieri distrutti e 250 000 senzatetto. Tutto ciò in un momento in cui il popolo libanese stava già affrontando i problemi dovuti alla pandemia di COVID e vivendo una profonda recessione economica.

Ciò che è urgente ora - quel che si aspettano i cittadini libanesi - è fare luce sulle cause di questa catastrofe e attenuare le conseguenze immediate dei danni causati. Per tutto questo abbiamo messo rapidamente a disposizione il sostegno e la consulenza dell'Europa. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'UE (ERCC) coordina il sostegno dell'UE e degli Stati membri. Oltre 250 soccorritori provenienti dai paesi europei sono sul posto e lavorano 24 ore su 24 accanto alle squadre di soccorso locali. Sono state messe a disposizione tonnellate di scorte di emergenza e altre ne seguiranno. Inoltre, l'ERCC ha attivato le capacità di mappatura satellitare del servizio di gestione delle emergenze di Copernicus (link is external).  

La conferenza virtuale dei donatori ospitata dal presidente Macron e dal Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, svoltasi ieri, è stata un passo importante per riunire l'intera comunità internazionale attorno alla causa del sostegno al Libano e garantire il coordinamento dell'assistenza di emergenza. Per soddisfare le prime urgenti necessità è stato mobilitato un importo di circa 250 milioni di EUR, di cui 66 milioni di EUR provenienti dall'UE.

 

"I cittadini libanesi desiderano cambiamenti profondi per risolvere i problemi strutturali che il paese si trova ad affrontare da anni."

 

Si tratta di un segnale forte di solidarietà internazionale, ma i cittadini libanesi non si accontentano della solidarietà. Le persone scese in piazza a Beirut hanno espresso a gran voce la propria esasperazione. Vogliono una governance trasparente per garantire che tutti gli aiuti siano direttamente incanalati verso chi ne ha bisogno, tramite le ONG e le squadre dispiegate a loro sostegno sul terreno. Vogliono inoltre cambiamenti profondi per risolvere i problemi strutturali che il paese si trova ad affrontare da anni.

Le proteste rappresentano un campanello d'allarme per tutti

"Mi congratulo con i manifestanti che invocano un Libano più prospero e democratico". Stanno lanciando un segnale di allarme a tutti noi, alle autorità libanesi e alla comunità internazionale, un segnale che dobbiamo ascoltare.  Dobbiamo rispondere con azioni rapide, concrete e coraggiose. Se non lo faremo, sarà impossibile ripristinare la fiducia, condizione essenziale per qualsiasi processo di riforma significativo. Rischieremmo infatti che la rabbia si trasformi in violenza, causando ulteriore disunione e instabilità. Non possiamo permetterci che ciò accada, per il bene del paese e del suo popolo, per il bene dell'intera regione.

 

"La popolazione libanese desidera che sia data priorità assoluta alla lotta contro l'impunità e la corruzione".

 

Al di là degli sforzi per far fronte alle necessità immediate, dobbiamo ora metterci al lavoro per la ricostruzione a lungo termine, per una profonda stabilizzazione e per lo sviluppo futuro del Libano. I libanesi invocano riforme sostanziali del loro sistema politico e finanziario. Desiderano che sia data priorità assoluta alla lotta contro l'impunità e la corruzione. Ciò è fondamentale anche per sbloccare l'assistenza macrofinanziaria dell'UE e concludere un accordo con il Fondo monetario internazionale.

A seguito delle esplosioni del 4 agosto, il porto di Beirut - il cuore pulsante dell'economia libanese - è diventato impraticabile. L'unica alternativa è il porto di Tripoli, che ha una capacità inferiore, mentre le rotte commerciali terrestri attraverso la Siria non sono praticabili. Una valutazione dei bisogni post-catastrofe fornirà ulteriori informazioni, ma appare certo che l'UE potrebbe contribuire a mobilitare prestiti agevolati e garanzie nonché svolgere un ruolo importante nella ricostruzione del porto.  

L'economia libanese si trovava già in una profonda crisi

Prima della tragedia della scorsa settimana l'economia libanese si trovava già in una profonda crisi. Il Libano convive da troppo tempo con un ingente disavanzo delle partite correnti, associato a un'enorme necessità di afflussi di capitale (circa 20 % del PIL all'anno) e a un ingentissimo debito pubblico (superiore al 150 % del PIL). Queste difficoltà di lunga data sono state notevolmente aggravate negli ultimi anni dalle conseguenze della guerra civile in Siria e, in particolare, da un massiccio afflusso di rifugiati, cui il Libano ha dato (generosamente) ospitalità nonostante le difficoltà in cui si dibatte.

Il risultato è che il Libano soffre di tassi di interesse elevati, che la crescita del PIL è vicina allo zero dal 2011, che dal 2018 le importazioni sono crollate, (link is external) calando quasi della metà, che la disoccupazione è cresciuta di oltre il 30 % e che il tasso di povertà è salito al 50 %. Oggi sia lo Stato che le banche hanno carenze di liquidità e non sono in grado di contrarre prestiti, la classe media e il capitale umano stanno scomparendo e molte imprese hanno dovuto chiudere. È necessario un fondamentale piano di riforma economica per affrontare tali problemi.

 

"È necessario attuare rapidamente riforme concrete per migliorare la governance, la responsabilità e la trasparenza."

 

Inoltre, il sistema politico nel suo complesso ha dovuto far fronte a una grave crisi di legittimità.  I cittadini desiderano una profonda trasformazione politica: è necessario attuare rapidamente riforme concrete per migliorare la governance, la responsabilità e la trasparenza.

Il cambiamento deve venire dalla società libanese stessa

Nei prossimi mesi l'UE si impegnerà con il governo e la società civile per stimolare tutte le parti interessate a rinnovare il sistema economico e politico del paese. Il cambiamento non può essere imposto dall'esterno; deve venire dalla società libanese stessa.

È giunto il momento che le élite politiche del Libano lavorino con e per la popolazione al fine di costruire un sistema politico più stabile e trasparente e una società più equa. Se sono pronte a farlo, possono contare sul nostro pieno sostegno. Quando tali compiti verranno svolti in maniera incisiva, equa e democratica e quando tutti gli attori si assumeranno le proprie responsabilità, vi sarà speranza che la tragedia della scorsa settimana possa essere stata il punto di svolta per il Libano.

 

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