Gli Stati Uniti e l'Europa: a ciascuno la sua storia

La costruzione europea non ha eguali nella storia.. Smettiamola di guardare sempre al passato e volgiamo piuttosto con determinazione lo sguardo al futuro.
Il progetto, ancora in discussione tra i capi di Stato o di governo, ha anche acceso un dibattito tra gli esperti per stabilire se si tratti o meno di un "momento hamiltoniano" per l'Europa, con riferimento alla mutualizzazione dei debiti realizzata negli Stati Uniti nel 1790.
Il piano attualmente in discussione rappresenta indubbiamente una svolta per la costruzione europea. Un paragone di questo tipo, tuttavia, ha scarsa rilevanza date le grandi differenze tra i due contesti. La tentazione di modellare l'integrazione europea sul processo seguito dagli Stati Uniti d'America non è nuova; ma, spesso, rappresenta più un ostacolo che un aiuto: smettiamo di voltarci sempre verso questo passato e tracciamo piuttosto la nostra propria via.
Alexander Hamilton e i debiti americani
Alexander Hamilton (1757-1804) è stato uno degli eroi della guerra di indipendenza americana. Sostenitore di una posizione federalista, si oppose in particolare a Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, favorevoli all'autonomia degli Stati federati. Gli Stati americani si erano indebitati pesantemente durante la guerra, ma quelli del Sud in misura minore rispetto a quelli del Nord, ragion per cui erano riluttanti all'idea di mutualizzare i debiti.
Alexander Hamilton fu il primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti. È in tale veste che nel 1790 riuscì a raggiungere un accordo sulla mutualizzazione dei debiti dovuti alla guerra, portando così a un rafforzamento dei poteri e delle risorse concessi al Tesoro federale, in particolare in ambito fiscale. Da qui nasce l'espressione "momento hamiltoniano" per definire questo punto di svolta nella storia degli Stati Uniti. Thomas Jefferson affermerà in seguito al riguardo: "Di tutti gli errori commessi nella mia vita politica, è quello di cui mi rammarico maggiormente".
Next Generation EU: una svolta fondamentale per l'Europa
È in relazione a questo episodio che alcuni ritengono oggi che il piano proposto dalla Commissione costituisca un "momento hamiltoniano" per l'Europa. Non vi è certo alcun dubbio che la proposta relativa a Next Generation EU rappresenti una svolta fondamentale per l'Unione. Di fronte alla sfida posta dalla profonda crisi economica provocata dall'epidemia di coronavirus, è effettivamente essenziale introdurre nuovi strumenti, non solo per limitare in modo solidale gli effetti sociali della crisi ma anche per preparare, nonostante le attuali difficoltà, il nostro futuro comune in risposta alle sfide dovute ai cambiamenti climatici e alla rivoluzione digitale.
L'emissione comune di titoli di debito oggi proposta darebbe all'Unione questa capacità di azione consentendole di finanziare gli investimenti essenziali. A prima vista un simile sviluppo può ricordare l'episodio americano del 1790. Tuttavia, come già sottolineato da altri (link esterno), vi sono alcune differenze fondamentali che rendono questo paragone poco giustificato.
Il progetto della Commissione non è "hamiltoniano"
Questo progetto non comporta la mutualizzazione di debiti preesistenti. L'indebitamento accumulato, infatti, non è il risultato di una guerra condotta insieme contro un nemico comune ma di politiche nazionali differenti. Una mutualizzazione di questo tipo, esclusa a priori dai trattati, non è nelle intenzioni degli Stati membri dell'Unione. Si tratta invece di limitare l'indebitamento supplementare degli Stati membri risultante dalla crisi scatenata dall'epidemia di coronavirus. In una certa misura, iI virus può essere assimilato a un nemico esterno che attacca i popoli dell'Unione, ma l'analogia con il 1790 rimane limitata e poco si presta a descrivere la svolta intrapresa oggi dall'Unione europea.
Più in generale, il parallelismo che da decenni viene tracciato tra le diverse tappe della formazione degli Stati Uniti d'America e quelle che segnano la costruzione europea non è in realtà molto fondato. Gli Stati Uniti hanno riunito ex colonie britanniche, relativamente omogenee dal punto di vista culturale, che avevano alle spalle una storia non più lunga di qualche decennio. La costruzione europea comporta il ravvicinamento di Stati, molti dei quali vantano secoli di storia, le cui radici linguistiche e culturali sono diverse nonostante un fondamento comune e che hanno trascorso una buona parte di questo lasso di tempo facendosi la guerra, specialmente, e in modo particolarmente brutale, nel secolo scorso.
L'Europa e gli Stati Uniti: tempi diversi, usi e costumi diversi
La costruzione degli Stati Uniti è stata inoltre realizzata in un periodo storico in cui le imprese multinazionali, le tecnologie della comunicazione e la finanza internazionale muovevano i primi passi e i mercati nazionali erano ancora poco interconnessi. La costruzione dell'Europa è invece avvenuta essenzialmente in contemporanea all'intenso movimento di globalizzazione delle economie cui abbiamo assistito nel corso degli ultimi decenni. L'Europa, inoltre, si trova oggi di fronte a sfide completamente diverse rispetto a quelle affrontate dagli Stati Uniti d'America nel XVIII o nel XIX secolo. Si pensi in special modo alla crisi ecologica; ma anche il contesto geopolitico è completamente diverso, in particolare con l'emergere della Cina a livello mondiale...
Smettiamola quindi di guardare sempre al passato americano e volgiamo piuttosto con determinazione lo sguardo al futuro europeo. Per usare le parole di Jacques Delors, la costruzione europea è una costruzione sui generis, che non ha avuto eguali fino a questo momento. Solo considerandola in questo modo, ed evitando ogni tentativo di addossare all'Europa questa o quell'esperienza di un passato altrui, possiamo veramente farla progredire.
Tracciamo piuttosto la nostra via. La grave crisi in cui ci troviamo oggi non deve ovviamente impedirci di cercare insieme soluzioni innovative e ambiziose, come quelle proposte dalla Commissione.
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