Rendiamo omaggio alle forze di pace delle Nazioni Unite e coinvolgiamo i giovani in un futuro più pacifico

©UN Photos - UN Youth Envoy visiting South Sudan
Scritto in collaborazione con i giovani delegati tedeschi all'ONU Ruszlan Biwoino e Franka Weckner e la giovane delegata slovena all'ONU Lucija Karnelutti
Le missioni e le operazioni dell'UE e dell'ONU cooperano strettamente sul campo, dai Balcani all'Africa e al Medio Oriente, per contribuire a rafforzare la sicurezza, portare avanti soluzioni politiche e generare speranza per un futuro migliore e più pacifico. L'UE e l'ONU condividono l'impegno per la gioventù, la pace e la sicurezza e ritengono che i giovani siano agenti chiave del cambiamento, la cui motivazione ed energia dobbiamo imparare a includere maggiormente sia nella politica che nel processo decisionale. Con la COVID-19, gli spazi civili si stanno restringendo e, con loro, stiamo perdendo il promettente potenziale dei giovani, il che rende ancora più urgente la necessità di migliorare l'attuazione dell'agenda in materia di giovani, pace e sicurezza.
Fare leva sul potere dei giovani per garantire pace e sicurezza è più importante che mai. Attualmente, circa 1,8 miliardi di persone nel mondo hanno un'età compresa tra i 10 e i 24 anni, il che equivale a quasi un quarto della popolazione mondiale. Le regioni in conflitto, in particolare, hanno una popolazione prevalentemente giovane e costantemente in crescita, e la tendenza è in aumento. I giovani sono particolarmente colpiti dai conflitti violenti, che perturbano sia le fonti di stabilità che il processo di transizione verso l'età adulta. La costruzione della pace richiede l'impegno di tutti i settori della società, a partire dai giovani. Eppure troppo spesso i giovani soffrono ancora perché sono oggetto di stereotipi: a volte sono visti come ribelli o criminali, come attaccabrighe piuttosto che come mediatori di pace. Affinché siano considerati parte della soluzione e non del problema, è necessario operare un'inversione di marcia.
Lavorare con i giovani, sostenere partenariati e reti, nonché investire nei giovani – sono tutti elementi chiave per assicurare che i giovani possano svolgere efficacemente il loro ruolo di agenti del cambiamento al fine di prevenire conflitti, costruire e mantenere la pace. Spesso i giovani portano prospettive altrimenti sottorappresentate; si dovrebbero riconoscere le loro competenze e permettere loro di essere coinvolti nella definizione del loro futuro. Esempi dalla Colombia, l'Afghanistan, il Pakistan e la Libia ci mostrano giovani che si oppongono alla violenza e promuovono campagne per i loro diritti e per porre fine ai conflitti in modo pacifico e sostenibile. Inoltre, la ricerca dimostra che una più ampia inclusione incide positivamente sulla sostenibilità degli accordi di pace, contribuisce a renderli più responsabili e più democratici. Questo suggerisce che dovremmo interrogarci in maniera più sistematica in merito all'inclusività della politica e dei processi di pace e rivolgere raccomandazioni proattive volte a incoraggiare e includere i giovani.
Fin dall'inizio, l'UE ha sostenuto l'agenda in materia di giovani, pace e sicurezza, e nel 2020 l'UE ha adottato le conclusioni del Consiglio sui giovani nell'azione esterna con l'obiettivo di lavorare con i giovani e amplificare la loro voce. Vogliamo espandere in modo significativo lo spazio per la partecipazione dei giovani, rafforzare sistematicamente meccanismi di dialogo con i giovani e assicurare che le loro voci non vengano soltanto sentite, ma siano realmente ascoltate. Affinché l'UE e l'ONU confermino l'importanza del loro partenariato di lunga data in materia di mantenimento della pace e gestione della crisi, e definiscano una nuova serie di priorità per la loro cooperazione per il 2022-2024, è probabile che il ruolo dei giovani venga rafforzato, sia per quanto riguarda le nostre missioni e operazioni, sia per il lavoro che svolgiamo con i nostri paesi partner e ospitanti per attuare i nostri rispettivi mandati.
Vantiamo esperienze di successo su cui fondare le azioni future, come il centro di cooperazione giovanile UA-UE (link esterno) avviato nel 2018 dall'UE insieme all'Unione africana. Tramite il centro, 50 giovani esperti sono stati coinvolti nello sviluppo di progetti pilota innovativi, che si trovano in fase di realizzazione da parte di organizzazioni della società civile e di centinaia di giovani nel quadro di un modello di governance innovativo e davvero unico nel suo genere. Uno dei progetti pilota è incentrato sul bacino del lago Ciad e coinvolge i giovani del luogo nella mappatura e nel monitoraggio dei progetti di stabilizzazione tramite una piattaforma cartografica online di facile utilizzo.
Un'altra parte importante di questo lavoro è la creazione di partenariati giovanili e di reti transcomunitarie e transfrontaliere della società civile. L'iniziativa per i giovani del Mediterraneo Young Med Voices (link esterno), sostenuta dall'UE, ha fatto sì che la società civile, gli istituti di istruzione e i responsabili politici in tutta la regione euromediterranea creassero collegamenti e sviluppassero le competenze chiave per partecipare maggiormente e in maniera significativa alla definizione del loro futuro. Solo nell'ultimo anno, più di 4400 giovani, quasi il 60 percento dei quali donne, provenienti da otto paesi in 75 città della regione hanno portato a termine con successo una formazione per diventare oratori.
Dobbiamo continuare a investire nella partecipazione dei giovani e a promuoverla in tutta la sua diversità nell'insieme degli sforzi volti alla pace e alla sicurezza. I giovani devono ottenere un posto al tavolo decisionale, essere considerati partner alla pari ed essere dotati di tutti gli strumenti necessari affinché possano realizzare il loro potenziale. Avremo così una migliore opportunità di risolvere i conflitti più urgenti e, in ultima analisi, di prevenire i conflitti e costruire una pace duratura. È importante dimostrare che i giovani possono essere agenti del cambiamento e possono contribuire in modo fondamentale alla pace, alla sostenibilità e alla democrazia.